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Una serata con François Cazzanelli per i 150 anni del CAI Ivrea


Domenica 7 dicembre non c’è stata solo l’inaugurazione della Scala di Milano con Lady Macbeth, ma al teatro Giacosa di Ivrea, una Scala in formato ridotto, l’esibizione di un “tenore” dell’alpinismo: François Cazzanelli. L’occasione è stata la celebrazione dei 150 anni del CAI di Ivrea, nato nel 1875, con un programma sviluppato durante l’anno, chiuso proprio da questa serata.

L’alpinismo 2.0 di François Cazzanelli, protagonista sulle montagne di 4 continenti da ormai 15 anni, in realtà è la fusione tra l’alpinismo tradizionale e la velocità d’azione, tra i gradi di difficoltà e l’intensità con cui li affronta. François è al tempo stesso alpinista, Guida Alpina e Istruttore e Tecnico di Elisoccorso e chi va in montagna sa com’è complicato fa convivere e organizzare queste tre attività.

Pur essendo il Cervino la sua montagna di riferimento, salita più di 100 volte e per 16 vie diverse, pur avendo salito alcuni 8000 come Everest, K2, Lhotse, Nanga Parbat e Broad Peak, in questa serata François ha raccontato le sue ultime imprese, a cominciare da 2 vie sul Monte Bianco. Su l’Aiguille Blanche de Peuterey insieme a Giuseppe Vidoni ha realizzato a marzo di quest’anno la salita Bianco Invisibile, mentre sul Grand Pillier D’Angle, sempre con Vidoni, ha realizzato la salita “one push” dal fondo valle alla vetta del Monte Bianco, ritornando a valle per la via italiana del rifugio Gonella in meno di 24 ore. Il racconto è proseguito con una grande traversata sul Monte Rosa, sulle vie che percorreva quando era un ragazzo e lavorava al rifugio Quintino Sella. Partendo da Champoluc, ha percorso le varie creste classiche del Monte Rosa fino ad arrivare alla Capanna Margherita, un vero e proprio viaggio in solitaria tra le vette della valle di Champoluc, di Gressoney, della Svizzera e del Piemonte. Il tutto in giornata, 35 km con 6000 metri di dislivello.

Tutto questo in preparazione per la spedizione autunnale, per una vetta inviolata scovata 10 anni fa, diventata un’ossessione che gli ha richiesto 4 tentativi per arrivare in vetta, e non certo per mancanza di capacità, visto l’incidente che ha subito al braccio nel 2016 a causa della caduta di pietre e il soccorso effettuato nel 2024 per una cordata in difficoltà su un’altra montagna della zona, che ha ovviamente posto fine al suo tentativo di andare in vetta. Il Kimshung (6781 metri) è situato nel massiccio del Langtang Himal, al confine tra Nepal e Tibet. Insieme al compagno di tante scalate negli ultimi anni, Giuseppe Vidoni, lo scorso ottobre ha finalmente raggiunto la vetta fino ad allora inviolata, aprendo la via Destiny (1300m, AI4 M5). Insieme a loro sono giunti in vetta due giovani alpinisti austriaci Benjamin Zorer e Lukas Waldner, che avevano incontrato al campo base e che avevano lo stesso obbiettivo, e che hanno deciso di unire le forze per arrivare in vetta al Kimshung.

Un lungo viaggio quello di François Cazzanelli, dal Cervino alle montagne del mondo, un viaggio che non finisce certo qui, perché sono ancora tanti i sogni da realizzare. Il CAI di Ivrea non poteva chiudere meglio questi festeggiamenti per i 150 anni dalla fondazione, con un ospite d’onore come François, un amico da tanti anni, un punto di riferimento per i miei racconti sulle montagne.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.